I tratti distintivi dei rapper – Il vestiario

In un’intervista rilasciata da Nayt su Hip Hop Tv, il giovane artista romano si è ritrovato a dover rispondere ad una domanda: come si fa ad ottenere il successo e a far sì che non si bruci in fretta? Sì, perché, un tempo, l’unica risposta che si dava era il talento, che senza dubbio è fondamentale, ma al giorno d’oggi non è più l’unico fattore che determina la riuscita e il mantenimento di un risultato e, perché no, anche il suo accrescimento. Tra questi fattori troviamo: determinazione, perseveranza, intuizione, originalità, immagine. E proprio sull’immagine sarà incentrato questo articolo. In un’ospitata recente di Vacca sul canale degli Arcade Boyz, il rapper italo-giamaicano ha aspramente criticato l’immagine che il collega Mondo Marcio, ormai ex amico, da numerosi anni porta avanti del tutto immutata, lasciando trasparire mancanza di evoluzione. Senza entrare nel merito della questione, ciò che è certo è che numerosi artisti li si riconoscono subito da segni o modi di vestire particolari. Come vedremo, numerosi sono i cantanti che ricorrono a dei segni di riconoscimento costanti, che spesso nascondono significati o obbiettivi ben precisi, e ai quali gli stessi fan si sono affezionati. Scopriamo insieme quali.

Mezzosangue e Il Presidente: il passamontagna.

Il passamontagna è il fil rouge che collega tanto Mezzosangue quanto Il Presidente, membro della Dogo Gang. Il primo è un rapper, il secondo è un musicista e cantante punk-rock. Le motivazioni che han spinto Mezzosangue erano legate ad una questione di comunicazione, affinché arrivasse prima di ogni altra cosa al pubblico suo; quelle che hanno spinto, invece, il frontman dei Knife 49 ad indossare un passamontagna sono ancora pressoché ignote. Per entrambi gli artisti, in particolare per Mezzosangue, il passamontagna è praticamente diventato un vero e proprio segno di riconoscimento, ai quali anche gli stessi fan, come spesso accade, si sono affezionati.

Tupac: la bandana.

Chi segue il rap americano e Tupac, sicuramente si sarà accorto di una costante nel vestiario di questa leggenda immortale: stiamo parlando della bandana, che era solito indossare al capo, di qualsiasi colore con qualsiasi motivo. Si tratta di un accessorio extra, ma che è riuscito a rimanere ben legato al rapper newyorkese e al rap in generale, conferendo lui un tocco di classe e riconoscibilità ben marcato, anche solo con una semplice bandana.

L’uomo col cappello: J-Ax.

J-Ax, uno dei fondatori della Spaghetti Funk e tra i primi a portare il rap in classifica in Italia, ha una costante nel suo stile: il proprio cappello. Si tratta di un oggetto che, soprattutto a partire dal 2006 circa, ovvero da dopo lo scioglimento degli Articolo 31, ha fatto un tutt’uno col personaggio.

Sul proprio cappello nero che troviamo su copertine di dischi come Deca dance e Rap n’ roll, il rapper ha anche deciso di far cucire il proprio nome, Ax, sul lato. Solo nel 2014 cambia stile, passando dal cappellino-cuffia al cappello elegante che troviamo in testa allo zio d’Italia in quasi tutte le comparse televisive e nella copertina del disco Il bello d’esser brutti. Del cappello, ne ha parlato spesso anche lo stesso Ax, facendo riferimento ad esso in brani come I bei tempi, I vecchietti fanno o o anche Volume, per poi arrivare addirittura a scrivere il brano L’uomo col cappello nel 2015.

Se fino al 2015 non si è mai tolto il cappello dalla testa, con cui l’uscita de Il bello d’esser brutti decide finalmente di scoprire il capo, che nel corso di 2/3 anni ha deciso di tatuarselo completamente con quella che lui ha definito una mappa del tesoro, con allusioni alla mappa di Willy L’Orbo, di cui è molto fan, con all’interno le cose più importanti della sua vita.

Salmo e la maschera del teschio.

Appartenente alla sezione delle maschere, Salmo, a inizio carriera, aveva ben posto il suo nome quasi come artista maledetto: numerosi i riferimenti all’occulto e alla vita dopo la morte, così come al satanismo e a figure ad essa legate. Il suo volto lo ha associato perennemente alla maschera che ha indossato agli inizi della sua carriera da solista. La ritroviamo in video come Death usb, The island chainsaw massacre e Hellvisback (e nei relativi booklet). L’intenzione di Salmo era quella di ricreare un’atmosfera dark che fino a Midnite ed Hellvisback è stata costantemente presente. La maschera è stata indossata anche nei live in molteplici occasioni, anche dopo averla tolta.

Junior Cally e la maschera antigas.

Junior Cally è uno dei nomi più hype del rap italiano degli ultimi tempi. A Settembre è uscito con Ricercato, il suo secondo album pubblicato nel giro di meno di un anno, rivelatosi un successo anche più del precedente Ci entro dentro. In molti sapranno, ormai, il passato artistico del rapper: infatti, prima di rivelare la sua identità nel videoclip Tutti con me (vedi il video su YouTube), il suo volto era coperto da una maschera antigas. Nonostante la maschera, in molti, nel corso degli ultimi due anni della sua attività artistica col nome di Junior Cally, hanno tentato di capire chi si celasse dietro la maschera: insistente era la voce che voleva Junior Cally come alter-ego di Antonio Signore in arte Socio, ex membro della Honiro e freestyler. Si rivelerà essere proprio lui una volta tolta la maschera.

Ascolta l’album Ricercato su Spotify: [spotifyplaybutton play=”spotify:album:1mvjZ7IEcOmWJ8M8DhiCOa”/]

Durante i due anni passati col volto coperto, il rapper romano si è espresso più volte sulla propria scelta di indossare la maschera, legati a concetti quali la superficialità del pubblico che ascolta un artista solo per il proprio aspetto fisico e non per l’arte che fa, o ancora il fatto di metterci la faccia ed esprimersi al 100% anche senza metterci la faccia, ed essere, dunque, più vero di chi preferisce ostentare e mettersi in mostra.

Negli ultimi singoli (vedi Montecarlo o Nessuno con me) ha reso noto il malessere che la maschera gli stava arrecando: man mano, infatti, lo soffocava sempre di più fino a fargli perdere anche la libertà.

Mf Doom e la maschera di metallo.

Altro artista con la maschera è l’anglo-americano Mf Doom, nome d’arte di Daniel Dumile, che è un rapper e beatmaker. Considerato da molti uno dei producer più prolifici ed innovativi che troviamo in circolazione, Mf Doom è solito indossare una caratteristica maschera in metallo, che troviamo anche in praticamente tutte le copertine dei suoi dischi.

Numerosi sono gli pseudonimi che ha assunto Mf nel corso della carriera: dal primo Zev Love X a Metal Fingers (dita di metallo), ma anche King Geedorah e Viktor Vaughn.

Il passamontagna bianco di ScHoolboy Q.

ScHoolboy Q, nome d’arte di Quincy Matthew Hanley, è un rapper statunitense di fama internazionale.

Non è sconosciuta affatto la sua identità: eppure un tratto distintivo del rapper è un passamontagna bianco. Dopo il suo terzo album Oxymoron (ascolta l’album su Spotify) pubblicato nel 2014, il passamontagna in questione diventerà il suo simbolo. La copertina del disco, infatti, presenta proprio un volto coperto da una maschera bianca. Si tratta di uno dei dischi più importanti della sua carriera, con featuring come Raekwon, Tyler The Creator e Kendrick Lamar, e contiene anche il singolo Man of the year.

Difference: il rapper dall’identità sconosciuta.

Difference è un rapper americano dall’identità sconosciuta. Si tratta di un artista sicuramente minore in termini di notorietà, ma che sicuramente si fa notare con brani come Never paved, Perfect timing, Green faces e il suo più grande successo Fortnite, brano dal testo sconosciuto e anche molto enigmatico allo stesso tempo.

Ascolta Fortnite su Spotify: [spotifyplaybutton play=”spotify:album:5h8VuXfkkskT4zxIYE2i4C”/]

Difference compare in tutte le fotografie con un volto coperto da una manina virtuale, computerizzata, e stilizzata con una faccia sorridente. Anche nelle copertine dei suoi singoli non si vedono mai i volti delle persone presenti.

Facendosi un giro sulla sua pagina, inoltre, si può notare che il suo viso non compare mai, nonostante alcune foto che si faccia siano fatte non di spalle, ma di lato.

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