Abbiamo fatto una chiacchierata con Nicu, rapper sardo che ha pubblicato recentemente diversi singoli, come “Sconosciuti” e “Cose Nere”.
Ciao Nicu
Come stai? È da poco uscito “Sconosciuti” il tuo nuovo singolo che racconta l’epilogo di una storia struggente.. c’è stato un momento preciso nel quale hai capito che dovevi sfogarti?
- – Ciao! Sto bene grazie, è un bel periodo.
Esatto, il brano parla di una storia andata male un paio d’anni fa. In quel momento sentivo tristezza ma anche una consapevolezza che non avevo mai provato. Ho sentito il bisogno di scriverne quasi subito, perché anche se ero giù di morale sapevo che catturare quel momento sarebbe stato importante, e che mi avrebbe curato. Cerco sempre di trasformare un’emozione negativa in qualcosa di bello e credo di esserci riuscito con questa canzone, che mi ha anche permesso di dare il mio punto di vista sulla mia idea di amore o di relazione
La base del brano è una base melodica prodotta da Smonter. Com’è nata l’idea di fare musica insieme e come vi siete conosciuti?
- Ho conosciuto Smonter nel 2016 tra i corridoi dell’università che frequentavamo, quando ancora non produceva! L’ho visto appassionarsi al rap osservando me ed altri amici che lo facevano da tempo e quando ha iniziato a produrre sono stato subito sorpreso dal suo talento. Da quel momento è diventato il mio producer principale ed insieme abbiamo realizzato un album e diversi singoli.
Come mai hai scelto proprio lui per la base di questo racconto ?
- Nonostante stia lavorando con diversi producer sapevo che per un brano così intimo avevo bisogno di un producer che mi conoscesse bene sia dal punto di vista personale che artistico.
La scena in Sardegna è molto coesa e al contempo variegata; alcuni rapper sardi sono tra i più forti al momento.
Ci sono altri artisti con i quali vorresti collaborare in futuro ?
- Si, l’isola è caldissima in questo momento e ci sono diversi artisti con cui sarebbe bello lavorare. Il collettivo Nuova Sardegna è sicuramente quello che si sta facendo sentire più forte. Ho grande rispetto per il loro percorso, che ho visto iniziare qui a Sassari. Da poco ho collaborato con Luchetto, ma sarebbe bello tornare in studio anche con Razer.Rah, Low-Red o un giovane talento come Rico Pmf.
Ti dico anche un nome più “storico” ed è quello di Kill Mauri. Ho consumato i suoi dischi in passato e ancora oggi lo ascolto spesso. Collaborare con lui vorrebbe dire chiudere un cerchio.
Nei tuoi testi si capisce che sei molto legato alla tua regione quanto ha influenzato questa tua provenienza nella tua musica ?
- Non ci ho mai davvero pensato ma credo che ,si, la mia terra abbia influenzato sia la mia sfera personale che artistica. E’ un posto che può sembrare chiuso (e in molti casi lo è), ma dove le persone incarnano i valori di libertà e schiettezza. Questi valori hanno condizionato senza dubbio la mia scrittura, diventando per me fondamentali. E’ una terra di cui però ancora so davvero poco e non mi sento di rappresentarla nella sua interezza. Ho iniziato solo recentemente ad appassionarmi alla sua storia e alle sue tradizioni e sto scoprendo un mondo.
Ciò che so di conoscere bene sono invece la mia città e il mio quartiere “San Paolo”. Sono mondi che mi appartengono e che sento di saper rappresentare.
Pensi che il tuo percorso sarebbe stato diverso se fossi un rapper nato e cresciuto in una grande città come per esempio può essere Roma o Milano ?
- E’ probabile che il mio percorso sarebbe stato diverso, forse più veloce, se fossi nato e cresciuto in una metropoli come Roma o Milano. Ancora di più perché provengo da una città in cui il sentimento dominante è la disillusione di molti verso tutto ciò che è nuovo o diverso.
In realtà, Sassari, ha un rapporto con il rap particolare. ì gruppi rap qua ci sono sempre stati, ed è anche grazie a loro se la mia generazione ha conosciuto la cultura, ma nonostante questo fino a un paio d’anni fa, nessun’artista, partendo da qua, ce l’aveva mai fatta. Credo che il fervore artistico degli ultimi anni sia proprio una reazione a questa disillusione e sono contento di farne parte adesso.
Il tuo ultimo brano invece rispecchia un mood molto positivo con una base dal ritmo deciso, sei soddisfatto del tuo percorso artistico? ci puoi spoilerare qualcosa per quanto riguarda i tuoi progetti futuri?
- Mi fa piacere che il sound ti abbia suscitato queste emozioni. Dal punto di vista musicale credo che questa volta abbiamo fatto un bell’upgrade, coinvolgendo strumentisti professionisti e dando al prodotto una veste davvero matura. E’ un brano in cui dico anche delle cose molto controverse e “scorrette”. Spero che chi ascolta capisca che non sono diventato matto, ma che sto lanciando delle provocazioni per creare dibattito. Il pezzo si chiama “Cose Nere” anche per quello, è come se fosse un vaso di Pandora che una volta aperto rivela tutto il male che può esserci dentro una persona.
Per quanto riguarda il futuro prossimo io e il mio team abbiamo tanto materiale in serbo e nei prossimi mesi ci faremo sentire. L’obbiettivo è quello di far conoscere il nostro suono e il nostro stile a sempre più persone e di creare musica sempre migliore, e siamo determinati nel riuscirci.
Intervista di Valeria Giudicotti
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