Intervista a Pablo

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Come stai? È uscito da poco “ragazzi persi” il tuo ultimo album che segna una svolta sia a livello personale che a livello musicale, da dove arriva l’esigenza di sfogare questi sentimenti e come hai capito di dover concretizzare tutto con la musica ?
Ciao a tutti, io sto bene adesso, grazie per avermelo chiesto. Quando ho iniziato a lavorare a quest’album, alla domanda “come stai?”, avrei avuto paura di rispondere, diciamo che per un lungo periodo mi sono lasciato andare.
“Ragazzi Persi” è un album totalmente scritto di getto, questo lavoro probabilmente è stata la mia reazione istintiva ad uno stato psicologico tossico che mi stava opprimendo, quindi un’esigenza inconscia di urlare metaforicamente. Fortunatamente ho sempre utilizzato la musica come rimedio contro le negatività.

Anche a livello di featuring sono presenti nomi molto interessanti , alcuni di spicco tra la scena urban romana e della tua regione, la Campania.
Cosa ti lega a queste persone e cosa ti ha spinto a volere proprio loro per questo tuo viaggio ?

Io ho sempre creduto molto nell’amicizia, infatti tutti i feat. di questo album, prima di essere artisti che stimo tantissimo, sono soprattutto miei amici, con cui ho tante cose in comune.
Con Speranza, Rafilù e Frank ho condiviso gran parte degli ultimi 10 anni, per me sono una famiglia.
Armando (Chicoria) l’ho sempre visto come una sorta di maestro, ha sempre apprezzato la mia arte ed io ammirato la sua.
Trovo che io e Edo (Silent Bob), invece, siamo molto simili, sia per il suo modo di pensare che per l’approccio alla vita e alla sua quotidianità.
Alessandro (Mooncler) è campano come me, oltre a legarci la terra, ci lega un profondo amore per la musica e per la collettività.

I brani trattano di tematiche molto personali parli di crescita personale e artistica. Quali sono le esperienze e gli episodi dei quali racconti che ti hanno formato maggiormente per raggiungere le consapevolezze che hai ora?
Per quanto riguarda la crescita personale penso di essere stato bravo ad imparare dalle esperienze negative. La mia grave incoscienza passata, oltre ad avermi punito in tanti episodi di vita quotidiana, ha fatto sì che cambiassi inevitabilmente le mie abitudini per evitare spiacevoli eventi. Nel mio percorso artistico ho collezionato molteplici no che mi sono dato anche da solo, ma nonostante ciò non mi sono mai fermato. Ecco, penso che la costanza e la dedizione, col tempo, mi abbiano dato questi frutti, sta poi a pubblico dire se siano buoni.

Per quanto riguarda le produzioni invece c’è stato un cambio di rotta rispetto ai tuoi lavori precedenti che presentavano sonorità decisamente diverse.
Da dove arrivano queste nuove influenze ?

Ci sono sempre state ma non sono mai riuscito ad applicarle fino ad ora.
Il rap invece mi è sempre sembrato il modo più veloce e diretto di esprimermi.

Sei soddisfatto del lavoro finale? Da quanto tempo avevi in mente di realizzare questo progetto ?
Da tutta la vita, questo disco è il primo lavoro da cui mi sento rappresentato al 100%, ho trovato la mia dimensione.

Intervista di Valeria Giudicotti.

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