Rayan e Intifaya, interessantissimi artisti di Padova, hanno pubblicato il loro album “Dark Days” lo scorso mese. Nel disco, in cui i due danno spazio ai loro sentimenti, alle loro esperienze e al loro stile, compaiono anche Speranza, Mambolosco e Nitro. Abbiamo fatto alcune domande a Rayan e Intifaya su “Dark Days”, l’album della loro affermazione.
Molte tracce dell’album sono state prodotte da Crvel, com’è nata questa sintonia e da quanto lavorate insieme?
Con CRVEL ci conosciamo da circa 4 anni, ma la sintonia tra di noi ha iniziato a prendere forma con i primi singoli fatti assieme dopo il nostro progetto “&” con brani come “Dope”, “Eiwa”, “Sa7bi”. Da lì abbiamo dato un’identità al nostro sound, unendo idee e influenze in studio, ognuno col proprio background musicale. Pensiamo di aver portato una nuova chiave, per quanto il rap si sia molto diffuso negli ultimi anni, abbiamo fuso generi e raccontato noi stessi senza filtri o senza seguire i trend del momento: ci teniamo che il nostro suono arrivi ai nostri ascoltatori per la sua originalità e che entrino nel nostro mondo.
Ci sono alcuni feat che avreste voluto all’interno del vostro progetto ma che non siete riusciti ad avere?
Non c’è un featuring che rimpiangiamo di non aver avuto, in realtà, probabilmente perché era il nostro primo disco e volevamo che fosse qualcosa di personale. Non volevamo mettere tanti feat all’interno: molte delle canzoni ci sembravano già complete e pronte per uscire. Ci sarebbe piaciuto permetterci la chicca di inserirci un pezzo inedito su un beat di Salmo, ci eravamo vicini ma purtroppo la cosa non si è conclusa… in ogni caso lui si ricorderà sicuramente di come gli abbiamo rotto quel beat anni 90.
Il disco presenta molti storytelling che descrivono frammenti della vita di Rayan e Intifaya che avete vissuto fino ad ora. Quartieri vuoti ne è un esempio, che rapporto avete con Padova? Siete fieri di rappresentarla?
A Padova non è mai stato semplice, è una città tanto bella quanto fredda, vediamo sempre più ragazzi incerti del proprio futuro o che non trovano un loro posto nella società di oggi. Affianco a noi ci sono tanti amici che vivono situazioni difficili, che hanno una storia complicata alle spalle. Quando scriviamo, le loro storie ci danno ispirazione e un motivo in più per farcela. Ultimamente siamo molto meno in strada e sempre più in studio e, anche se ce lo siamo guadagnato, riteniamo comunque una fortuna poter inseguire i propri sogni e vogliamo ispirare gli altri a fare lo stesso. Anche se per ora quello che le abbiamo dato è più di quello che ci è tornato, saremo sempre la voce della nostra city: “amo la mia city anche se a volte mi è stretta”.
All’interno della tracklist ci sono due nomi molto noti, Mambo e Nitro, entrambi veneti, come sono nate queste due collaborazioni?
Intifaya – Con Mambo ci si conosceva di vista: circa 8 anni fa, quando ancora non era così virale ‘sta roba del rap, noi a Padova droppavamo i primi mixtape e in Veneto, tra le varie realtà del periodo, sentivamo le strofe killer in americano del Losco. Abbiamo lavorato sui beat di due hit che avevamo pronte in studio con Nardi, c’è stata subito intesa. Nell’ultimo periodo ci stavamo pompando entrambi roba Rage in America, al losco ha gasato di brutto il sound e lì è nata la hit.
Rayan – Nitro lo conosciamo da tanti anni, io lo vidi per la prima volta alla mia prima battle di freestyle a 14 anni, quella sera vinsi. I suoi consigli e i suoi complimenti mi hanno motivato quando ero un ragazzino alle prime armi. È uno degli artisti più hip hop che conosciamo, siamo stati a casa sua a chiudere la canzone e in un’ora l’aveva scritta e registrata: abbiamo fatto un classico citandone un altro.
Questo progetto è uscito esattamente come ve lo eravate immaginato dal primo momento di lavorazione o è stato modificato in corso d‘opera?
Ci sono un due o tre pezzi rimasti fuori dal disco e sicuramente un po’ di modifiche ci sono state nel corso della creazione dell’album, avendoci lavorato circa un anno (poco di più). In ogni caso siamo fieri e soddisfatti di quello che è uscito, il disco è venuto come volevamo e siamo sicuri che nel tempo avrà l’attenzione che merita.
Intervista di Leonardo Lupi e Valeria Giudicotti.
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