Dj Fede, storico Dj e beatmaker che negli anni ha lavorato con i migliori rapper italiani, ha pubblicato il suo nuovo lavoro, intitolato “Suono Sporco”, in cui ospita anche il rapper americano The Musalini.
● “Suono Sporco” ha la prerogativa di essere classico e moderno in ogni suo passaggio. Qual è la sfida più grande da affrontare per non cadere nel già sentito?
Non lo so, faccio musica per il piacere di farla, chiamo gli MC che mi piacciono e faccio i beat con il mio gusto personale. Il fatto che il disco suoni “classico e moderno” contemporaneamente per me è un grande complimento, ma non c’è una strategia di nessun tipo. Spero di non ricadere nel già sentito, anche se so che può capitare. Non vivo questa cosa come una sfida ma come un modo molto naturale di approcciarsi alla realizzazione di un disco; se suona così è ottimo.
● Nel disco troviamo molti dj come ospiti e molti scratch. Da dove nasce questa scelta?
Credo che un disco Rap necessiti degli scratches per essere completo, si può farne a meno, ma mancherebbe qualcosa a mio avviso. Quando la presenza non è solo un contorno ma da vita al ritornello, una delle parti più importanti in un brano allora assumono una posizione centrale, tanto quanto il beat e le strofe dell’MC, ognuno ha il suo spazio, mi piace che abbiano questa rilevanza all’interno dei miei lavori. La scelta delle frasi da usare è la parte più difficile, a volte se ne occupa da solo il DJ a volte ci lavoriamo assieme, se si azzeccano le parole giuste gli scratches sono molto più fighi di un ritornello rappato. Poi c’è la rilevanza culturale, come chi ascolta la mia musica spesso mi chiede che sample ho usato per un beat e scopre un brano che non conosceva, mi piacerebbe che mi chiedessero che da che brani sono stati estrapolate le frasi scratchate nei ritornelli, questo porta a scoprire musica che non si conosce, credo sia molto positivo.
● Come d’abitudine per un tuo album il lavoro di “digging” e campionamento è molto importante. Su cosa si sono concentrati i tuoi ascolti durante la realizzazione del disco?
Ascolto un disco dopo l’altro, per i sample Funk, Jazz, ma sopratutto Soul e ovviamente le nuove uscite hip hop che in maniera più o meno volontaria contaminano il mio modo di produrre. Per trovare un sample buono bisogna impegnarsi e avere anche un po’ di fortuna, non so se ne trovo meno io o il mio gusto mi fa scartare più di quanto non avrei fatto una volta. Capita che ne riesca a trovare due nello stesso disco, come capita che da tre album ascoltati non si cavi nulla di buono da campionare.
● Uno degli ospiti più giovani di “Suono Sporco” è RollzRois. Cosa ti ha convinto di lui?
Ho sentito il suo album Make Money Like War e l’ho chiamato subito, trovo che sia molto bravo a scrivere, ha un’ottima attitudine e una bella voce. Lui si è reso subito disponibile. In più il suo stile si sposa molto bene ai beat lenti e io in questo album più che in ogni altro mio lavoro ho prodotto molti più beat con bpm bassi… Sono sicuro che col tempo si ritaglierà una spazio interessante all’interno del panorama Rap!
● Nel disco è presente anche The Musalini, forse il rapper americano più adatto a comparire su questo tipo di progetto. Come nasce la vostra collaborazione?
Vale lo stesso discorso di RollzRois, anche lui è abituato a beatz molto lenti. Io ho fatto 50/50, gli ho dato varie basi e lui ne ha scelta una più veloce e una lenta. Semplicemente ho ripostato un suo brano e abbiamo iniziato a scriverci in DM, poi gli ho mandato un po’ di materiale da sentire, giusto per vedere se c’era qualcosa che poteva piacergli, da lì sono nati i due brani. Lui mi piace molto, proprio in questi giorni è uscito il disco con 9th Wonder, uno dei miei produttori preferiti, credo di averci visto giusto…
● Come mai hai deciso di non abbinare nessun rapper italiano a The Musalini?
Sto cercando di evitare il più possibile i brani con due rapper, magari uno sta a Milano e uno NY, difficilmente si può creare la giusta alchimia, credo che questa cosa un po’ si senta, quindi preferisco brani con rapper singoli. La soluzione può essere quella del mio brano Milano Violenta con Jack The Smoker e Blo\B, in quel caso si sente che hanno scritto assieme allora ne vale la pena, quella ritengo che sia quella che si più definire una forte sinergia tra gli MC.
● Quando hai iniziato a lavorare all’album avevi già in mente il concept sonoro che si sente ascoltandolo ora o l’hai aggiustato in corso d’opera?
Il primo rapper che ho contatto è stato Il Turco, il titolo del suo brano lo ha ideato lui. Appena ho sentito il pezzo ho capito che l’album si sarebbe dovuto chiamare così, primo perché è una definizione perfetta per la mia musica e secondo perché il brano rappresenta, in tutte le sua parti, ciò io cerco da un pezzo Rap. Suono Sporco è il concept, beat polverosi e rime crude, dalla chiusura di quel primo brano ho avuto chiarissima la forma che volevo dare al disco e così è stato; nessun cambiamento nessun ripensamento, sono andato dritto per la mia strada.
● Per “Suono Sporco” hai realizzato anche dei vinili colorati. Stai riscontrando anche tu una crescita dell’interesse per i vinili negli ultimi anni?
La crescita è esponenziale, siamo passati dai 40 giorni per stampare un vinile di 4 anni fa ai 4 mesi di oggi. Si stampano tantissimi vinili, per fortuna, molti giovani hanno riscoperto un oggetto bellissimo e un formato imprescindibile come supporto per la musica. Le edizioni limitate, numerate, colorate hanno fatto la loro parte. Sono l’A&R di New Rapform, etichetta che si occupa di ristampe di dischi rap vecchi, che prevalentemente non sono mai usciti su vinile. Negli ultimi 2 anni ho contrattualizzato una ventina di dischi, che man mano usciranno, a breve usciremo anche con dischi nuovi, non ci fermiamo alle ristampe. Ovviamente tutto su vinile, qualche volta stampiamo anche il cd, supporto che ritengo stia per estinguersi.
Intervista di Matteo Pinamonte.
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