Cicco Sanchez ha recentemente rilasciato “NOSTALGIA LIQUIDA”, il suo nuovo EP in cui compaiono anche Axos e CasadiLego. In occasione dell’uscita abbiamo fatto qualche domanda all’artista per approfondire il suo progetto.
● Cicco, descrivi il tuo ep in 3 parole e spiega ad un tuo ascoltatore sporadico, perché dovrebbe ascoltarlo.
Se devo descrivere il mio Ep in 3 parole diciamo che mi viene difficile ma posso dirvi: nostalgico, intimo e fresco. Nostalgico per quanto riguarda i contenuti. Intimo perché l’approccio che ho avuto nella scrittura e nella creazione del progetto è stato molto molto introspettivo, soprattutto perché ho iniziato a scriverlo in quarantena e in camera mia, quindi dallo studio sono tornato a scrivere nella mia stanza. Fresco per le sonorità, c’è un bel mix di cose che mi hanno inspirato negli ultimi anni e ho cercato di mettere tutto me stesso dentro. Non so dirvi perché dovrebbero ascoltarlo, ma consiglio di farlo seguendo la scaletta perché negli ultimi anni si è un po’ persa come abitudine. Le tracce, infatti, seguono un filo conduttore e acquisiscono tutto un altro senso se ascoltate in quell’ordine.
● Passiamo ora ad analizzare il tuo ep, “Poster” e “Ora o mai più” sono state due anteprime di quest’ultimo. Proprio l’ultima traccia citata è in collaborazione con Casadilego. Com’è nata la collaborazione con lei e com’è stato lavorare assieme?
Durante il primo lockdown ho avuto una fase in cui ho scritto tantissimo, poi successivamente all’improvviso ho avuto un blocco, quindi ho deciso una sera di non alzarmi dalla sedia finché non sarei riuscito a scrivere un pezzo e così è uscito fuori “ora o mai più”. Questo brano a me e JVLI piaceva molto ma sentivamo che mancava ancora qualcosa, proprio in quel periodo JVLI stava lavorando con Casadilego in studio e ci è venuto spontaneo pensare a lei. A lei è piaciuto subito il pezzo e secondo me ha dato un valore aggiunto non solo per la voce nel ritornello ma anche per le sue parole nella strofa.
● “Nostalgia liquida” è il titolo dell’ep. Cosa sta a significare per te tale titolo? E perché definisci questa nostalgia, liquida?
Per me la nostalgia si divide nei ricordi che vorrei rivivere e in quelli che vorrei cancellare per sempre. Liquida perché penetra e pervade, sono brani di impatto molto forti e anche perché mi sono accorto soprattutto con il lockdown di avere nostalgia di cose che non ho vissuto, quindi un po’ un insieme di tutto questo.
● “Colpa di dio” è il titolo d’apertura dell’ep. Qual è il tuo rapporto con la religione? Credi in Dio?
Come dico nel brano ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con la religione e con Dio in generale, davo la colpa a Dio di tutto quello che stava succedendo nella mia vita, ma poi quando ero da solo era lui che pregavo per chiedere un aiuto.
● ”Furia” è un brano molto profondo ma allo stesso tempo in contrasto con il resto delle liriche dell’ep. Ti chiedo, quando sei in studio, preferisci scrivere prima e poi avere il beat, oppure partite dalla produzione per arrivare alla scrittura?
Di base io scrivo sempre, nel senso che tendo sempre ad appuntarmi cose che percepisco, che colgo da persone, quando parlo, mentre guardo un film o leggo un libro. Quando poi vado in studio in realtà non scrivo neanche, mi metto direttamente al microfono con la produzione, a volte costruiamo testo e produzione insieme, a volte c’è già la produzione e io vado di getto con flussi di coscienza insieme a quello che ho già scritto di mio e creo il brano così. Di solito non parte mai il testo senza produzione, ci sono soltanto degli appunti che mi segno.
● In ”Pensieri Brutti” ospiti Axos. Come è nata la collaborazione con lui? Ascoltavi già questo artista prima di lavorarci assieme?
Ho molta stima nei confronti di Axos ed era da tanto tempo che desideravo farci qualcosa assieme, c’è stata questa opportunità perché un amico in comune ci ha presentati. Lui ha mostrato tanta stima e rispetto per quello che faccio e per la mia musica, è stato molto figo lavorare al pezzo insieme. Secondo me lui era perfetto per “pensieri brutti”, il brano più cupo dell’ep, perché ha saputo portarci dentro quella poesia urban che secondo me rappresenta molto bene.
● In “Girasole”, una delle tue tracce più famose e per me allo stesso tempo più emozionanti, dici tale frase: “Io mi sentivo così solo da pensare che nessuno si sentisse così solo tranne me”. Qual è il tuo rapporto con la solitudine? Talvolta ti piace restare lì solo con te stesso a riflettere, oppure fuggi da questa cosa?
Io ho un rapporto molto conflittuale con la solitudine, di amore e odio, penso che sia una cosa fondamentale e che bisogna imparare a conviverci. Come in ogni città c’è un brutto quartiere, se ci vivi in quel quartiere e ti adatti e impari a conviverci ti renderà anche più forte e lo stesso per me è la solitudine.
● Come ultima domanda mi riallaccio alla prima e ti chiedo: descrivi la tua musica ad una persona che non ti ha mai ascoltato con 3 parole.
Come vi dicevo mi risulta difficile, ma mi sforzo e vi dico: emotiva, intima e riflessiva.
Intervista di Giuseppe Francesca.
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