Rapadvisor al live di Ernia

Sabato 18/09 grazie a Davide Siddi, gestore dell’Opera Beach Arena di Cagliari, abbiamo potuto assistere all’ultimo live di Ernia ed osservare da dietro le quinte come questo settore, nonostante le forti limitazioni, si stia riprendendo.

Abbiamo potuto vedere l’organizzazione e la sistemazione delle persone in modo tale che si rispettassero le norme vigenti contro il COVID19 con uno Staff pronto a intervenire nel caso una barra di Ernia fomentasse troppo il pubblico. Anche il dietro le quinte è stato molto interessante, vedere come gli artisti si comportano al di fuori del palco può essere sempre una novità, e sentire certe storie può strappare una risata.

Nel caso di Ernia posso solo dire che nonostante la stanchezza post-live è stato molto disponibile sia nel dialogare con i rapper locali che hanno aperto il concerto, sia nel soddisfare le richieste di quei pochi fan che son riusciti a farsi aprire le porte del backstage per farsi la fatidica foto.

Il concerto in sé ci è piaciuto molto, il concept che ha portato Ernia sul palco è stato quello di raccontare tramite i suoi pezzi come Matteo Professione è diventato l’Ernia di Gemelli, rispolverando vecchi cult come Neve, Bella e Lei No, e facendo le sue nuove hit come Superclassico o gli ultimi Lewandowski.

Sul palco oltre alle canzoni ha portato alcuni concetti interessanti, ci ha spiegato come per lui nella fatidica Golden Age (2016) sia stata una fortuna non fare la trap, di esserne un’alternativa, di come non riusciva a immedesimarsi in quei discorsi di rivalsa e ostentazione (senza denigrarne il genere), di come all’inizio è stato frustrante sentirsi dire da fuori che sì era bravo, ma doveva fare “quello”, perché lo facevano tutti ed era la moda del momento.

Col pubblico ha parlato anche di Gemelli e del suo successo più che inaspettato, perché se anche consapevole che canzoni come Superclassico o Ferma A Guardare funzionino da traino per un album di questo tipo trovare un riscontro veramente così grande è stato comunque inaspettato permettendogli di spalancare porte inimmaginate che con 68 aveva solo stuzzicato. Si è concesso anche di bacchettare il pubblico più di passaggio ricordando che l’album ha alcune canzoni per lui passate in sordina, tipo Pensavo Di Ucciderti che ha poi immediatamente performato sul palco.

Sicuramente vedere così tante persone sedute rende tristi, non poter saltare e chiudere la barra ad Ernia con “Lewandowski” in Lewandowski VIII è stato quasi impossibile. In un periodo in cui il settore musicale sgomita per far capire che non ha niente di meno rispetto agli altri (tipo il calcio, per esempio) concerti di questo tipo sono quasi fondamentali, perché dimostrano che si è pronti per tornare ad un qualcosa di veramente vicino alla normalità, chiara e priva di così tante incoerenze che continuano a ripetersi.

Articolo di Gabriele Coppola.

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Tags: Ernia, live

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