“Il bnkr è uno stato mentale essenzialmente”. È con questa citazione di Gheray0, direttore artistico e manager del collettivo, estrapolata dall’intervista che segue, che voglio introdurre una delle realtà più controverse e intriganti che la scena di SoundCloud ci stia regalando. Il Bnkr44 non è un gruppo: è una realtà artistica a 360 gradi, un collettivo di singoli così eterogenei ma così complementari da creare un suond proprio che spazia tra influenze pop e post rap. In vista del loro concerto al Beat Festival di Empoli, città in cui, oltretutto, si trova la loro casa base, ho avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con i membri del collettivo (sei dei sette vista l’assenza di Faster): Erin (E), Piccolo (P), Caph (C), Fares (F), JxN (J), Gheray0 (G).
Ciao ragazzi! Siete per la prima volta in tour, come sta andando? Come state gestendo le restrizioni dettate dalla pandemia?
E: Ti direi molto bene: i concerti sono andati tutti più o meno benissimo e ci siamo divertiti tanto visitando molti posti nuovi. Riguardo alle restrizioni è stato spiacevole perché, soprattutto per suonare il genere nostro, lasciar seduto il pubblico non è il massimo.
P: Per certe tracce ci può anche stare, per altre si vede la differenza.
E: Devi far finta di nulla, finta che le persone siano in piedi.
F: Diciamo che non ci siamo dovuti adattare, l’abbiamo fatto e basta.
E: Le persone comunque apprezzano molto ma quando si alza qualcuno è un’altra storia.
P: Quando qualcuno si alza il concerto cambia radicalmente, è assurdo. Ci siamo accorti di quanto sia importante vedervi saltare.
C: È importante cazzo! (ride, NdR.)
State soffrendo l’inesperienza del primo tour o avevate già avuto l’opportunità di esibirvi insieme?
E: Come collettivo avevamo avuto poche occasioni di esibirci mentre ognuno aveva già avuto le proprie opportunità, dai dj set ai centri sociali.
P: Ognuno di noi, come diceva Erin, aveva già avuto qualche esperienza ma con il proseguire del tour ci siamo affinati diventando sempre più uniti. Se magari prima mentre uno cantava l’altro non faceva nulla, ora gli fa le doppie, l’armonizzazione: abbiamo capito ormai dopo oltre una decina di date come completarci, stiamo imparando a essere gruppo.
Stasera giocate in casa: vi esibirete al Beat Festival di Empoli, la vostra città. Sarà una data come le altre o sentirete maggiormente la pressione?
F: È una data dove, inevitabilmente, ho più ansia: esibirmi davanti a persone che conosco mi fa sentire di dover far meglio delle altre volte.
P: Boh, a me gasa e basta raga. (ride, NdR.)
F: Se faccio male in una qualsiasi altra città “potrebbe andar bene” ma a Empoli mi girerebbe il cazzo.
E: Per me non c’è molta differenza rispetto al pubblico delle altre date ma questa serata è stata organizzata principalmente per noi, è come se fosse il “nostro piccolo festival” e non un concerto come gli altri. Inoltre portiamo un set totalmente diverso che speriamo spacchi come al solito.
P: “L’idea di esibirmi qui mi gasa soprattutto ripensando a due anni fa quando ci esibimmo dietro quella collinetta senza nemmeno il palco e forse cinquanta persone ad ascoltarci. L’anno scorso abbiamo avuto l’opportunità di aprire il concerto degli Psicologi qui al Beat Festival e oggi siamo finalmente gli headliners della serata.
C: E poi oggi avremo Jack sul palco per la prima volta in tutto il tour! Anche se parlerà a suon di bottoni e autotune.
J: Sono un robot praticamente. (ride, NdR.) Son molto contento di esser almeno oggi anche io su questo palco.
Tra i tanti ospiti che ci saranno oggi al concerto spiccano i nomi di due artiste con cui avete collaborato in “EXTRA #1”: Sissi ed Emma Nolde, rispettivamente in “Criminale” e “Semplice Mente”. Com’è nata la collaborazione con loro?
P: Ci tengo intanto a ricordare anche la presenza al concerto di Daniele Belli, grandissimo musicista.
C: Ormai fa parte del collettivo anche lui, un membro onorario del Bnkr.
P: Emma è della nostra zona, Fares ci andava a scuola insieme e una volta venne, quasi per scherzo, in studio da noi e siamo diventati subito amici. Preparando l’EP “EXTRA #1” abbiamo deciso di inserire qualche elemento in più ed è nata “Semplice Mente”.
E: Il rapporto con Silvia è nato invece l’estate dell’anno scorso quando era in vacanza da queste parti in Toscana: aveva ascoltato qualcosa su SoundCloud, ancora prima che pubblicassimo su Spotify, le eravamo piaciuti molto ed è venuta a trovarci in studio.
L’ultimo progetto che avete pubblicato è in collaborazione con gli Psicologi che saranno stasera tra gli ospiti, com’è nato il vostro rapporto?
P: Abbiamo conosciuto Alessio (Kaneki) poco più di un anno fa; ci ha scritto dicendoci “Domani sono da voi al bunker” ed è venuto davvero.
E: A caso, mai conosciuto o incontrato prima.
C: “Fratello vero (ride, ndr.)
E: Da lì è venuto, se libero da impegni, quasi tutti i mesi: magari viene lui su una settimana o a volte scendiamo noi a Roma. Non fa propriamente parte del collettivo ma possiamo dire ne è un membro onorario.
P: Con Marco (Drast) invece ci siamo conosciuti dopo aver stretto con Alessio e siamo contenti di aver potuto lavorare con lui negli ultimi mesi.
La casa base del collettivo è il bunker, da cui inoltre prende il nome. Cos’è e cosa rappresenta per voi?
G: Il bunker è uno stato mentale essenzialmente. In realtà è un luogo fisico, è il seminterrato di casa mia dove un tempo venivano tagliate, cucite e raffinate le pelli ma che, dopo esser stato chiuso nel 2005 ed esser rimasto in disuso, è stato rilevato da me e mia sorella per passarci il tempo.
P: Da un divano siamo passati a una televisione, dal modem alla play station creando un punto di riferimento.
G: In zona non c’è mai stato granchè e quindi lì passavamo la maggior parte del nostro tempo ancora prima che venisse la musica. Ho sempre organizzato serate ed eventi finchè non ho deciso di raccogliere gli emergenti della zona per creare una radio, fargli aprire i concerti o realizzare una delle mille idee a sfondo musicale che avevo. A quel punto è nata una sorta di etichetta ma la svolta è arrivata quando hanno iniziato a collaborare tra di loro sempre più prendendo la forma di un gruppo. Nel primo anno abbiamo pubblicato molti progetti singoli fino poi ad arrivare a un progetto collettivo, in futuro continueremo a lavorare insieme e vedremo come andrà. Questo è il bnkr!.
C: La scelta del 44 invece è legata al giorno in cui fu finalmente pronto lo studio: 4 aprile 2019.
Senza il bunker come luogo fisico e senza il bnkr come collettivo, dove pensate sareste ora musicalmente parlando?
C: Sicuramente senza il bunker saremmo più chiusi perché abbiamo ascolti molto diversi e stando insieme ciò ci ha aiutato ad aprirci mentalmente sui nostri lavori solisti: ognuno ha influenzato il sound dell’altro.”
E: È da tutta la vita che sto nel bunker, non so come sarebbe potuta andare senza, sicuramente non saremmo dove siamo ora.
P: Credo che, almeno io, non sarei qua. Magari da qualche altra parte, magari più ricco, magari più triste, chi lo sa. Però sto sereno perché il bunker è un punto di riferimento, anche se scrivo da solo poi passo sempre dagli altri in studio.
C: Siamo tutti influenzati, probabilmente se non ti avessi mai conosciuto (si riferisce a Picclo, NdR.) avrei continuato a fare musica rap e hip hop per tutta la vita perché mi piaceva solo quello, abbiamo tutti avuto un’evoluzione.
P: Ci siamo evoluti ed aperti grazie agli altri: stando insieme abbiamo iniziato ad apprezzare e ascoltare generi che magari prima non avevamo mai preso in considerazione. Siamo cresciuti insieme.
Siete da mesi in testa alle classifiche di SoundCloud, la piattaforma su cui avete pubblicato la maggior parte dei vostri progetti. Spotify invece l’avete dedicato ai lavori solisti e al best of collettivo “44.Deluxe”. Qual è la differenza principale tra le due piattaforme?
P: Soundcloud è un mondo sommerso. Se pubblichi lì non entri nella scena italiana ma in quella di SoundCloud, una scena più underground. D’altronde all’inizio pubblicavamo lì per puro divertimento.
C: Non prendevamo sul serio la roba che pubblicavamo lì, era sempre qualcosa di sperimentale che ci divertivamo a provare insieme in studio. I lavori seri, infatti, uscivano sempre su Youtube e su Spotify.
F: SoundCloud è un po’ più nicchia e col tempo abbiamo capito che magari era meglio lavorare al contrario.
P: Inoltre all’inizio lavoravamo tutti ai nostri progetti solisti e non pensavamo al gruppo.
G: Il “problema” dei progetti singoli era che uscivano tutti “troppo bnkr”, si sentiva l’influenza delle sessioni di gruppo ed è per questo che poi abbiamo lavorato insieme sempre più.
P: Poi, per scherzo o per gioco, abbiamo deciso di fare un progetto collettivo e di pubblicarlo su SoundCloud. Abbiamo preparato i primi tre episodi, gli “.EXE”, in tre giorni a distanza di qualche mese l’uno dall’altro e poi da lì abbiamo iniziato a chiederci se fosse possibile lavorare insieme più seriamente a nuovi progetti.
F: E la risposta è si, è possibile!.
E: Un progetto su Spotify viene preso con più serietà anche se non ne capisco il perché.
P: La cosa che cambia di più è l’affluenza di persone: ovviamente la scena italiana è avviata su Spotify.
E: Soundcloud è liberta: puoi fare e togliere senza che nessuno ti rompi il cazzo mai.
F: È solo una questione di aspetto. Alla fine l’importante è ascoltare la musica, non ci interessa dove.
Una delle caratteristiche più interessanti del collettivo è la difficolta nell’etichettarvi. Se doveste presentarvi a qualcuno, quali sarebbero i primi tre pezzi che consigliereste per inquadrare il vostro genere?
E: Per me le tre tracce che identificano più il nostro genere sono “Luci”, “Sparisci” e poi vorrei dire qualcosa che è solo su SoundCloud, decidetela voi.
P: Per me “Pianeta 3”.
C: Beh raga sono in tutte e tre, ho vinto io.
E: Ma in realtà ogni pezzo ha una sfumatura diversa, è difficile scegliere.
P: Che poi è difficile perché stiamo dando un’impronta comune a tutti i pezzi, si capisce subito quando chiudiamo un singolo se è un po’ più distaccato dal resto o se è in stile bnkr.
Riportare la risposta all’ultima domanda sarebbe quasi impossibile perché, come fortunatamente in tutta l’intervista, i ragazzi si sono accavallati nella risposta ma il riassunto è semplice: è in uscita il loro nuovo album. “44.DELUXE”, la loro prima pubblicazione ufficiale su Spotify, è in realtà un best of di tutte quelle sessioni creative che avevano visto la luce negli ultimi mesi al bunker, non è un progetto nato con l’idea di essere un disco ma quasi con l’intento di introdurre il grande pubblico alle sonorità bnkr. Ora che gli ascoltatori hanno fatto l’orecchio al collettivo e dopo aver pubblicato tutti i progetti solisti mettendo in mostra le qualità singole di ognuno, è giunto il momento per il Bnkr44 di scoprire le carte e, stando agli spoiler portati live sul palco a Empoli, vi consiglio di non perdervelo.
Intervista di Alberto Rogano.
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