I due storici produttori Zonta e Fid Mella hanno pubblicato il loro nuovo album realizzato a 4 mani, “DOVE MANGIANO I CUOCHI”, che vede anche la presenza di nomi interessantissimi del rap italiano. Per l’occasione, abbiamo fatto loro qualche domanda.
Ciao ragazzi,
siete tornati sulla scena dopo un periodo di apparente inattività. Non è facile rientrare nel mercato attuale con un disco dal suono così autentico e classico, come è nato il concept e da quanto tempo stavate progettando tutto?
Fid Mella: Ho beccato Zonta a settembre dell’anno scorso per bere una roba dopo un po’ di tempo che non ci vedevamo. Mi ha fatto ascoltare dei beat bellissimi e al terzo drink abbiamo deciso di fare qualcosa insieme.
All’inizio avevamo intenzione di fare un beat tape, poi siamo passati all’idea di inserire qualche amico in una, duetracce. Siamo finiti a fare un producer album.
Zonta: Abbiamo lavorato in maniera totalmente spontanea, scambiandoci materiale a distanza ma cercando di rimanere a stretto contatto telefonico, discutendo in maniera attiva sullo sviluppo del disco. Le tracce sono state tutte praticamente co-prodotte.
I temi trattati nel disco toccano argomenti riflessivi, per un pubblico adulto e sono pieni di riferimenti. È stato difficile scegliere gli ospiti e conciliare la vostra visione di sound con le personalità degli artisti?
FM: È stato abbastanza semplice, prima abbiamo fatto i beat e poi abbiamo guardato chi dei nostri amici poteva starci bene. Abbiamo spiegato agli artisti il concept di DMIC e abbiamo dato loro mano libera per i contenuti.
Z: Tutto si è svolto in maniera molto naturale, ci siamo confrontati su chi avrebbe potuto partecipare ed abbiamo fatto un giro di chiamate, il tutto si è svolto molto velocemente, nulla di particolarmente pianificato.
Il titolo, la grafica, la tracklist fanno completamente riferimento al mondo della cucina, cosa vi ha ispirato ad attribuire a questo viaggio un’identità così ricercata?
FM: Ero ispirato delle vecchie riviste di cucina di mia mamma, ci piaceva il concept grafico, le foto dei cuochi orgogliosi, le ricette ecc. Ci piaceva il paragone tra cucina e musica e abbiamo trovato il titolo “Dove mangiano i cuochi” e tutto quanto ha avuto un senso.
Z: Fid ci ha ispirato con delle riviste di cucina di sua mamma risalenti agli anni 90, abbiamo giocato con il concetto di “cucinare beats” e dal connubio di queste due cose è nato il concept del disco.
Vi siete trovati subito in accordo? Ci sono stati dei momenti nei quali non eravate in sintonia?
FM: Abbiamo lavorato con molta fiducia nel processo. Abbiamo creato una situazione serena, senza attrito tra noi e gli artisti, abbiamo evitato scazzi inutili e abbiamo lavorato mirati alla musica che ci piace con gente che conosciamo e stimiamo come artisti ma anche come amici.
Z: Ho un aneddoto che può soddisfare a pieno questa domanda: durante una chiamata discutevamo su cose operative e ci siamo promessi di non dire mai di “no”. Ha funzionato, questa semplice regola ha creato un modus operandi perfetto per realizzare della musica spontanea.
Tra tutti i brani c’è un brano al quale siete più legati o che secondo voi risalta in modo particolare il concept del disco?
FM: Devo dire che sono legato a tutti pezzi, perché sono tutti molto speciali per me per ragioni diverse e non vorrei scegliere.
Z: Non saprei davvero quale scegliere, mi piacciono tutti, ognuno porta delle caratteristiche uniche.
Rispetto ai vostri ultimi progetti il panorama italiano è sicuramente cambiato, cosa vi aspettate da questo album?
FM: Io spero che a qualcuno possa piacere quello che piace a me. Il nostro approccio alla musica è semplice, siamo contenti se riusciamo a creare della musica che ci piace ascoltare. Il panorama, il mercato ecc… sono cose che arrivano dopo.
Z: Non abbiamo minimamente pensato a come fosse variato il panorama, abbiamo fatto quello che sappiamo fare.
Per gli appassionati sarebbe bellissimo poter avere la possibilità di vedere dal vivo l’album con gli ospiti presenti, sono previsti dei live?
FM & Z: Sì, presenteremo l’album a settembre insieme a tutti gli artisti e chissà magari se ne potrebbero aggiungere di nuovi.
Intervista di Valeria Giudicotti
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