Abbiamo fatto alcune domande a Chryverde, produttore che ha pubblicato da poco il suo nuovo Ep, “DES ILES”.
Ciao Chryverde come stai? Benvenuto su Rapadvisor. È da poco uscito il tuo nuovo EP “DES ILES” prodotto interamente da te con sonorità decisamente sperimentali rispetto a quello che propone il mercato attuale, ci racconti com’è nata questa visione e da dove arrivano queste influenze?
Sto molto bene sono preso benissimo perché tra poco volo di nuovo a Los Angeles ed è lì dove è partito tutto. Mi sono reso conto che questo genere andava forte viaggiando spesso soprattutto in America veniva spinto tantissimo, uno degli artisti che mi ha influenzato di più sicuramente è stato Diplo e lui nei posti di villeggiatura americani è uno dei principali esponenti del genere. Viaggiando tanto a Los Angeles ho incontrato molte persone che mi hanno ispirato e anche grazie a loro sono entrato in una nuova dimensione che ho cercato di tradurre in questo lavoro portando le influenze che avevo toccato personalmente durante il mio soggiorno americano .
Anche per i featuring si capisce che non sono stati scelti a caso i nomi presenti sono nomi di 4 rapper provenienti da 4 città diverse con le loro influenze ben adattate alle atmosfere del disco.
Ho sempre fatto di tutto e ci tengo molto a mettere del mio nei lavori che produco perché ci sono già tanti rapper che escono con progetti prettamente inerenti alla trap così ho cercato di fare qualcosa di diverso. Ho chiamato questo amico di Los Angeles e con lui è nato così l’unico pezzo un po’ R&B poi c’è un pezzo che viaggia su influenze del rap francese con un piano in chiave di base e lo abbiamo adattato alla strumentale . Invece con Vince abbiamo sviluppato anche grazie ai sintetizzatori un pezzo un po’ più ispirato alle sonorità americane e lo abbiamo inserito all’interno del disco.
Sei molto legato anche alla parte grafica del
progetto e l’idea di base si ispira un po’ a
alla copertina di alcuni vecchi vinili. Come hai conosciuto il grafico e che rapporto hai con lui ?
Lui è un mio carissimo amico a me era piaciuta tantissimo la copertina di un disco dei Pink Floyd e avevo l’idea in testa che volevo una citazione e che ci fossero i miei amici così di base siamo partiti con due idee e ho trovato questa citazione che mi ha molto colpito e ho trovato un quadro dal titolo “ La zattera della medusa “ di Géricault che è esposto al Louvre nel quale è rappresentato un evento importante di un periodo storico molto preciso e mi piaceva molto anche il fatto che questa zattera fosse naufragata proprio vicino all ‘Africa e che riprendesse un po’ tutte le sonorità del disco .
Questo disco si concentra sulle sonorità dell afro e del jazz ma prima di arrivarci sei passato dalle produzioni di “Medioego”e hai lavorato con Inoki uno dei pilastri della scena rap in Italia. Quale approccio hai usato invece per lavorare con persone di quel Calibro?
Il lavoro con Inoki è stato molto importante e formativo da quando ho lavorato con persone come lui che hanno avuto il suo bagaglio di esperienza ho capito la vera differenza nel lavorare per qualcuno e lavorare condividendo le idee e i vari processi creativi per questo motivo ho deciso di creare un progetto tutto mio ed è stato anche lui ad introdurre la mia persona nell ambiente dell afrobeat, abbiamo realizzato veramente moltissimi provini per i beat e poi dopo un lungo lavoro è uscito “Medioego” è stato un lavoro importante e poi sono partito per l’America e mi sono evoluto pensando a realizzare un progetto tutto mio .
Intervista di Valeria Giudicotti.
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