Nella scena urban odierna, tra influenze punk rap e rimandi al rock di inizio millennio, spicca tra i nomi dei nuovi esponenti della generazione Z quello di Paulo, artista classe 02 di Calvagese della Riviera (BS) che ha appena pubblicato “Voglia”, il suo secondo singolo ufficiale per Sugar Music. Dopo l’esordio con “Cielo Drive” e l’espediente dell’eccidio nel racconto di una relazione tossica, nel suo ultimo pezzo ripercorre i momenti salienti di un amore bramato e non ricambiato. Lo stile eclettico e la sregolatezza emotiva delle liriche sono le sue caratteristiche di spicco e ciò ci ha spinto a farci una chiacchierata per scoprire di più del suo ultimo singolo e della sua carriera nascente.
Ciao Paulo! Recentemente è uscito il tuo nuovo singolo ufficiale “Voglia”. Com’è nato? Cosa rappresenta per te e come lo posizioni nella tua carriera?
“Voglia” è inizialmente nato in studio ad Avellino con il produttore Vincenzo (Kyv, ndr.) e l’autore Vito (Vito Petrozzino, ndr.) e poi l’ho continuato a casa da solo. Gli ho spiegato quel mood anni 80 che cercavo ed è stato tutto molto spontaneo. Fin quando il pezzo rimane “solo mio” ha un significato molto profondo e personale ma quando esce diventa un po’ di tutti e perde quella riservatezza ma è comunque il mio secondo singolo ufficiale e segna un bel passo nella mia carriera.
Un fattore in comune tra “Voglia” e il precedente singolo “Cielo Drive” è la passione amorosa e la capacità espressiva nelle liriche. Qual è la scintilla che ti ha ispirato nella scrittura dei due pezzi?
Nel caso di “Cielo Drive” l’ispirazione mi è venuta dopo aver visto “C’era una volta a… Hollywood”: sono rimasto colpito dalla storia di Sharon Tate e così ho iniziato a informarmi sul massacro di Cielo Drive. Penso che la storia mi abbia preso in particolare per la sua figura femminile: era una ragazza molto giovane, bellissima, incinta, in piena carriera ma che è capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Anche “Voglia” nasce da una figura femminile, da quella che sarebbe riduttivo definire relazione. Entrambi i pezzi banalmente hanno in comune la stessa sensazione, quella che per me è una vera e propria fonte di vita, che poi cerco di rendere il meno scontato possibile tramite la ricerca di immagini.
Entrambi i pezzi sono figli del tuo ingresso ufficiale in Sugar Music, come ti sei sentito dopo aver firmato per la tua prima esperienza in etichetta?
Per me è un onore aver avuto l’occasione di firmare con loro, in particolare perché ne fa parte Caterina Caselli che è una tra gli artisti che ascolto maggiormente nella musica italiana. L’idea di poter condividere l’etichetta con un’artista del suo spessore mi fa impazzire. La cosa strana è che sono tranquillissimo a riguardo ma non penso che avendo firmato ormai sia fatta: ora c’è qualcuno che ha più aspettative nei miei confronti e sono più motivato di prima.
Il fil ruoge tra i tuoi pezzi lo trovo in particolare nelle produzioni di Kyv, com’è nata la vostra collaborazione?
Lui spacca, è davvero forte. L’ho conosciuto perché abbiamo lo stesso management (Doom Entertainment, ndr.) e la mia etichetta ha fissato una sessione in studio insieme, poi con il tempo si è creato un bel rapporto. “Voglia” è nata proprio ad Avellino da lui: sono stato giù a fare una sessione piena e c’è stato sempre un mood bellissimo, ci capiamo subito.
Il tuo stile ha chiari rimandi al punk e al rock di inizio millennio ma rimane comunque con una vena molto urban. Quali sono le tue influenze principali?
Ascolto un po’ tutti i generi ma se ti dovessi dire degli artisti in particolare ti direi Post Malone, The Weeknd, Fred Bongusto, Modugno e Fred Buscaglione, uno dei miei preferiti in assoluto. Dal punto di vista sonoro sicuramente sono più influenzato dalla wave di The Weeknd, Bad Bunny, Rosalia, mentre per quanto riguarda la scrittura e le tematiche traggo principalmente dalla musica italiana degli anni 50/60. Oltre alla musica prendo spunto molto dal cinema e, soprattutto, da ciò che vivo e dalle esperienze che mi segnano.
Ad oggi è facile cercare un paragone per inquadrare lo stile di un artista. Data la tua vena punk e la vostra grande amicizia, hai paura che in futuro tu possa avere l’ombra di un confronto con Blanco?
Si, ovvio. Penso che chiunque nei miei panni potrebbe avere questa “mini paranoia”. Un tempo magari ero più spaventato dalla cosa ma ora, soprattutto col fatto che per chiunque il paragone è dietro l’angolo, ho capito che è meglio fregarsene. Forse la cosa mi tocca perché Blanco è uno dei miei migliori amici: veniamo dallo stesso paese e ci vediamo molto spesso. Pensa che c’è stato un periodo in cui in studio provavo sempre a fare qualcosa di diversissimo dal suo però non lo sentivo mio e ciò mi ha bloccato per un po’. Ovviamente ci sarà sempre il paragone ma la cosa migliore è non dargli troppo peso, basta che vai dritto come un treno e le cose passano da sole.
Quale sarà la prossima direzione del tuo progetto?
Sto facendo molta musica. Per ora non c’è un progetto ben delineato: stiamo producendo così tanto roba che solo quando ci fermeremo, quando le cose andranno tutte bene, decideremo in che direzione andare. Magari sarà quella di un album o di un EP ma per ora andiamo avanti con dei singoli e poi si vedrà.
Intervista di Alberto Rogano.
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