Le Classico Organisé: la coesione della scena francese

L’ultimo classico tra Olympique Marsiglia e Paris Saint-Germain è finito a reti inviolate. Nonostante lo 0-0, a dare spettacolo sono stati, inizialmente, i tifosi del Vélodrome di Marsiglia con le loro coreografie, per concludere, poi, con i lanci di oggetti in campo contro i giocatori parigini intenti a battere i calci d’angolo. Non è una novità la grande rivalità calcistica (e non) tra le due città. Questo, però, non può essere un limite. L’arte, anche in questo caso, unisce, non divide.

Già nel 2020 JuL, da anni esponente di spicco della scena marsigliese, aveva portato a termine un’opera senza precedenti nel mondo del Hip Hop e della musica in generale. Non solo, infatti, aveva riunito una cinquantina di rapper provenienti da Marsiglia e dintorni, ma li ha inseriti tutti in un album da tredici tracce. Il minutaggio di ogni traccia va dai quattro ai sette minuti, si alternano circa otto rapper su ogni beat. Praticamente ogni MC di quella zona è presente nel disco: dalle colonne più anziane come Akhenaton e Le Rat Luciano, fino ai nuovi capisaldi come lo stesso JuL o SCH. 13 Organisé, uscito il 9 ottobre 2020, è disco di platino in Francia, mentre Bande Organisé (titolo di punta del progetto) è addirittura divenuto disco di diamante.

L’organizzazione di un disco del genere sicuramente non dev’essere stata facile. Questo va anche a sottolineare il rispetto di cui gode uno come JuL all’interno della scena francese. Tuttavia, sarebbe risultato troppo facile fermarsi qui. Infatti, poco più di un anno dopo (precisamente venerdì 5 novembre 2021), è uscito Le Classico Organisé, sempre ideato ed organizzato da JuL, un progetto che parte dal precedente, ma che a livello di lavoro e struttura è ancora più folle. Questa volta non si tratta, solamente, di collaborazioni cittadine, ma di un vero e proprio incontro-scontro tra rapper marsigliesi e parigini, come se si giocasse il classico invece che sul campo sui beat. Gli artisti sono 157, per un totale di 30 canzoni per 2 ore e 56 minuti di ascolto. Sono già stati pubblicati anche i primi due videoclip: il primo di Le Classico Organisé, con Koba LaD, JuL, PLK, Gazo, Soso Maness, Kofs, Guy2bezbar e Naps; il secondo di Loi de la Calle, con Lacrim, Alonzo, Mister You, JuL, Niro, Kofs, Le Rat Luciano e DA Uzi.

Da quanto finora detto scaturiscono determinate riflessioni. Innanzitutto, questo progetto è indice di una scena compatta e coesa. Sicuramente, tra gli artisti che vi hanno partecipato ci saranno alcuni che si sopportano meno o che sono meno disposti a collaborare; è normale, ma non è questo a fermare il processo creativo che porta alla conclusione del disco. Quando il valore della scena ed il progetto nel suo complesso sono messi davanti le volontà dei singoli allora significa che il movimento è solido. Nasce spontaneamente, a questo punto, il paragone con l’Italia. Non solo da noi una cosa del genere risulterebbe impensabile, ma, anzi, anche la minima collaborazione che sia fuori dagli schemi sembra di difficilissima realizzazione. Basti pensare a giovani come quelli della Seven Zoo, che sembra che quasi si vergognino ad appartenere alla scena italiana. O, ancora, pensiamo agli artisti nel nostro paese che nelle loro tracce collaborano solo con i soliti amici, o al massimo con artisti a loro molto affini a livello sonoro. È rara la collaborazione che non ti aspetti. Una volta individuati i vari “circoli” indovinare i featuring viene abbastanza semplice, si pensi ai rapper Machete, Thaurus o Black Friday a Napoli, sono molto più numerose le collaborazioni tra membri interni piuttosto che con esterni, anzi queste ultime sono abbastanza rare. Ovviamente, poi, i casi eccezionali esistono. Guè ne è un esempio, solo in Fast Life 4 ha chiamato Rasty Kilo, Mv Killa ed un allora sconosciuto Vettosi. Questa, però, dovrebbe essere la regola, non l’eccezione. Se volgiamo lo sguardo all’estero il tutto risulta molto più semplice. Pensiamo anche agli album di coppia. In Italia non sono numerosi ed inoltre sono fatti tutti da artisti molto amici tra loro nella totalità dei casi. Questo non significa che Marra e Guè non devono fare Santeria 2, ma semplicemente vi sono delle barriere di fatto inesistenti che però limitano moltissimo la creatività artistica nella nostra scena.

In secondo luogo, vorrei sottolineare che Le Classico Organisé non è stato quasi pubblicizzato. Il video del singolo che ha anticipato il progetto era dopo due settimane a 5,7 milioni di views, l’altro in un giorno ne ha fatte 2,3. È evidente che, quando la musica è messa al centro del discorso, il progetto si vende da solo. Se vi è unione di intenti nella fase di produzione, se vi è qualità sia nel lavoro musicale sia nei video sia per quanto riguarda l’organizzazione, ecco che diventa inutile cercare hype con altri mezzi ridicoli come la pubblicazione scadenzata delle tracce della tracklist. Questo discorso ha portata generale.

Le Classico Organisé non è solo un grande lavoro musicale ed una grande prova di attaccamento alla cultura Hip Hop, è soprattutto una grande lezione da cui tutti, noi italiani in primis, dovremmo imparare qualcosa.

Articolo di Francesco Pannunzio.

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