Già dall’intro di “Equilibrio”, singolo contenuto in “Pezzi” di Night Skinny e prima collaborazione dei due Corrado, l’alternarsi di barre di Mecna e Coco faceva intuire la nascita di una delle coppie più attese e congeniali del rap italiano. L’attitude romantica, la lirica viscerale e delicata e la capacità di spaziare dalle sonorità hip hop a quelle R&B sono alla base di “Bromance”, il primo album collaborativo dei due artisti che i fan reclamavano da anni. Abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con Mecna (M) e Coco (C) per approfondire i retroscena e gli aspetti più interessanti del disco.
Finalmente è uscito il vostro primo joint album “Bromance”, da dov’è nata l’idea di collaborare?
MECNA: L’idea è nata un po’ perchè i fan ce lo chiedevano e un po’ perchè quando ci siamo conosciuti, quando ognuno si è avvicinato alla musica dell’altro, abbiamo capito che si doveva fare, avevamo troppi punti in comune per lasciar correre.
Da anni il disco era uno dei più grandi e proibiti desideri dei vostri fan, com’è stato lavorarci sapendo ci fossero così alte aspettative?
COCO: È stato bello e, dicendoti la verità, non ci abbiamo pensato più di tanto se non sotto il punto di vista che ci gasava che le persone lo stessero aspettando. Non ci siamo fatti prendere dallo stress delle aspettative, ci siamo divertiti al 100%. Forse per la prima volta mi sono divertito a lavorare a questo disco e alla musica in generale, cosa che di solito non accade, e questa per me è già una vittoria. Spero che al pubblico piaccia e che se lo godano fino alla fine. That’s it.
Pensate di aver rispettato queste aspettative?
M: Secondo me il disco piacerà molto ai nostri fan. Un goal potrebbe essere quello di far avvicinare più persone alla nostra musica: sicuramente abbiamo delle caratteristiche che possono unire anche chi è magari più scettico nei confronti del genere.
Nonostante l’idea del disco fosse nata già anni fa, avete nel tempo pubblicato diversi progetti solisti. Quanto le vostre uscite individuali hanno influenzato lo sviluppo di “Bromance”?
C: Diciamo che l’album è stato pensato da anni ma nell’effettivo è stato lavorato nell’ultimo periodo: i primi pezzi sono nati a settembre 2020 e poi è stato chiuso il tutto a febbraio 2021. È dal 2017 che ne parlavamo, all’inizio doveva infatti essere un EP e poi è diventato un disco. Io stavo lavorando al mio primo disco ufficiale (Acquario, ndr.), mi stavo catapultando per la prima volta nel music business e quindi penso che più io che lui ho avuto bisogno dei miei tempi ma penso che il disco sia arrivato al momento perfetto per entrambi.
Da dov’è nata l’idea di chiamare il disco “Bromance”? Avete mai pensato, essendo una delle infinite cose che vi accomunano, di chiamarlo “Corrado”?
C: Si, forse è stata la prima idea di chiamarlo “Corrado” ma poi a lui è venuta l’idea di “Bromance”.
M: Magari l’avremmo chiamato così più per i fan che ci dicevano “Fate il disco e poi lo chiamate Corrado”. Uno dei primi giorni, mentre stavamo scrivendo, mi venne in mente questo titolo “Bromance” per l’associazione delle due parole: d’altronde siamo due Bro che fanno musica romantica. Tutto il significato che c’è dietro ci ha convinti poi a scegliere effettivamente quel titolo.
Nel disco entrambi avete sperimentato molto, quanto è stato importante lavorare con l’altro per uscire dalla propria zona di comfort?
M: Per me è stato essenziale. Ci siamo completati: io sono più istintivo mentre lui tende più a ragionare sulle cose e questo nella scrittura ha avuto un ruolo fondamentale. Siamo riusciti ad ottenere dei risultati che da soli avremmo raggiunto più difficilmente.
Fin dal titolo si nota come il disco sia un progetto molto personale, tanto che la tracklist non presenta altri nomi al di fuori dei vostri. Come mai non sono presenti featuring?
C: All’inizio ci abbiamo pensato: volevamo aggiungere altri artisti al disco ma poi abbiamo realizzato che è già un featuring album ed essendo un progetto sia stilisticamente, riguardo al sound, che liricamente molto nostro abbiamo fatto fatica ad individuare le persone giuste. L’abbiamo lasciato così, intatto. È un joint album mio e di Mecna al 100% e penso sia stata la scelta migliore.
M: Abbiamo comunque collaborato con tanti produttori, sia miei che suoi.
C: È rimasto in casa diciamo.
Entrambi avete uno stile caratteristico; nonostante abbiate molti punti in comune quanto è stato importante trovare un punto in comune?
C: Secondo me questa cosa nasce dal fatto che in primis sono fan della sua musica ed essere su un sound più suo non mi è risultato né difficile né macchinoso.
M: C’era la voglia da parte di entrambi di sfociare nel mondo dell’altro per quanto siano simili tra loro.
Avete spesso ribadito di essere l’uno fan della musica dell’altro, quale pezzo altrui vi sarebbe piaciuto scrivere?
M: Per me sono tanti i pezzi tra cui scegliere ma ti direi “Forse no”, un pezzo a cui sono molto legato.
C: Ieri riascoltavo “Nonostante sia” e ho pensato “Cazzo, come ha fatto a scrivere questa roba”. Ce ne sono tanti ma alla fine dico sempre il primo che ho ascoltato che mi ha fatto innamorare della sua musica: “Non dovrei essere qui”.
Cosa vi lascerà l’aver lavorato insieme ad un progetto?
M: A me sicuramente lascerà il cercare di mischiare la mia istintività nello scrivere e nel voler chiudere i pezzi ad essere più razionale, ritornare su certi argomenti piuttosto di rivedere tecnicamente il lavoro.
Ora che è stato creato un nuovo immaginario, che ne sarà della coppia Mecna e Coco?
C: Paura (ride, ndr.). Non lo so, non lo so. Non penso tanto al futuro ma sicuramente per me, che sono un romantico nostalgico, questa esperienza sarà per sempre tra le più importanti e belle della mia vita e della mia carriera. Spero che ci sia un sequel. Magari ci blocchiamo su Instagram (ride, ndr.).
M: Sicuramente credo che le cose andranno avanti, non so in che forma e in che formula ma ovviamente ci sono grande stima e amicizia che sono state suggellate da questa esperienza insieme. Ci siamo sorpresi a vicenda di quanto sia stato facile, bello e soddisfacente fare questi pezzi e siamo realmente gasati dal tutto.
Intervista di Alberto Rogano.
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