Alla scoperta di Spender, il rapper meno family friendly della scena

Avrete di sicuro ascoltato tutti, almeno una volta, l’attacco della strofa di Spender in “Don’t Do That”, celebre featuring con Zyrtck che vanta ad oggi 3 milioni di streaming totali tra spotify e YouTube.


Ma conoscete davvero chi è Spender e da dove è nato questo fenomeno virale? Andiamo alla sua scoperta. Gianluca Lisci, in arte Spender, nasce a Roma nel 1993, più precisamente il 24 marzo. Pubblica il suo primo mixtape sotto un nome d’arte differente, ovvero “Karisma”, per poi cambiarlo in quello attuale tra il 2018 e il 2019, anni in cui rilascia il suo secondo e terzo mixtape. È nell’agosto del 2020 però, che il suo singolo “Don’t Do That” (già sopra citato), gli vale la vitalità su Tik Tok ed altri social. Il suo stile diventa un vero e proprio trend, e Spender si vede al centro di altri lavori divenuti famosi, sempre assieme all’amico Zyrtck, come “Bowling”, “Unlock the Swag” e “Nuovo Slang”.

Ad oggi fa parte del movimento “3020”, che oltre a Zyrtck vanta anche la presenza di Radical, altro rapper di buona fama. Uno stile molto particolare quello di Spender, esplicito e molto spesso a sfondo sessuale, deciso a rompere quel “Rap family friendly” che egli ripete spesso di odiare. Esaltazione della virilità e riferimenti a situazioni vivibili soltanto a letto, come accade anche in “Say so Rmx” (pezzo in cui compare anche Lil Kaneki), in cui Spender afferma di valere per cento uomini in quanto alle sue prestazioni sessuali. Tutto ciò, molto spesso, inserito in un contesto “No melody”, con produzioni prive di melodie e cariche di 808 ed uso spinto della cassa. Uno stile dunque molto personale, ma anche molto apprezzato in Italia dando un’occhiata ai numeri. Il suo ultimo lavoro è un album intitolato “Viral 2”, al cui interno vi sono collaborazioni con Zyrtck, Radical e Astro Centauri. Stando a quanto scritto poco tempo fa da Spender in una storia ig, il suo collettivo non ha l’interesse di legarsi ad etichette musicali almeno per il momento, e questo sarebbe anche la motivazione per cui i suoi featuring facciano parte sempre della stessa cerchia di artisti. Un fenomeno virale dunque, ma soprattutto indipendente, pronto a far parlare ancora di sè per le proprie doti musicali e non solo.

Articolo di Giuseppe Francesca.

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