Dopo “Millemila”, Magyco è tornato con il secondo singolo del suo 2021, “Maledetta Noia”. Il brano vede anche la partecipazione di Deleterio, che ha lavorato negli anni assieme a grandi nomi del rap italiano e fondatore di Dadaismo Records, l’etichetta che ha da subito creduto in Magyco.

Come è intuibile nel titolo, il pezzo verte sulla ripetitività della routine quotidiana, sull’aura grigia della noia. Possiamo vedere questo pezzo anche come un tentativo di sfogo del rapper marchigiano, esasperato dai banali cliché che spesso gli vengono riservati. Tra gli sbadigli delle sue giornate e quella vita che costa, Magyco sembra quasi arrendersi alle condizioni della sua routine.
Il concetto è ripreso da Deleterio, a cui è affidato il ritornello. Il producer di provenienza Dogo Gang esprime l’impossibilità di battere la noia, a prescindere dalla propria condizione e le armi che si hanno a disposizione. Il messaggio di questo brano non è di certo nuovo al mondo dell’arte, anche se si smarca nettamente dalla spensieratezza o dai racconti criminali che caratterizzano la maggior parte della scena rap emergente. Basta citare i romanzi “La noia” di Alberto Moravia o “Madame Bovary” di Flaubert, per non parlare di Schopenhauer, per capire come l’insofferenza alla monotonia della vita sia un tema che arte e filosofia hanno sempre visto con attenzione e paura. Magyco, in questo pezzo, ha dato la sua personale lettura, confermando che, nonostante i progressi tecnologici, la noia è ancora una costante nella vita dell’uomo.
Ciò che enfatizza ancora di più il grigio espresso dal rapper è la base, prodotta da Morgan While. Con un sound ispirato al boom bap tipico degli anni ’90, la base trasforma il testo di Magyco e Deleterio in un’autentica immagine, conferendogli più sfumature.
Articolo di Matteo Pinamonte.
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