Per chi non se ne intendesse, il Superclàsico di cui parla Ernia nel secondo pezzo di “Gemelli” è il derby di Buenos Aires tra River Plate e Boca Juniors. In questo match si sfidano due squadre agguerrite che si contraddistinguono per il loro cuore e due tifoserie arcirivali ancor più toste.
Ernia in questo disco è entrambe le squadre del Superclàsico e ci mostra i due lati del suo carattere, che sembrano spesso sfidarsi, sia quello più spavaldo e spocchioso che quello più tormentato e pensieroso. L’artista stesso in “Fuoriluogo” dice che vince chi la paura la nasconde meglio, e anche se il dualismo tra sicurezza e insicurezza al suo interno è ancora irrisolto, Ernia in “Gemelli” scrive a cuore aperto, senza alcun timore.
Ernia è anche super classico, perché aggiunge momenti più soul e tratti più personali e singolari all’iconicità e i suoni del rap classico e della musica leggera italiana, che ha piacevolmente risvegliato in “Puro Sinaloa” e ricordato anche in altre canzoni. Sono accompagnati da basi innovative e azzeccate anche i banger in cui il rapper celebra il suo ego, come “U2” e “Morto Dentro”. Considerando l’intero viaggio di “Gemelli”, che attraversa l’intera quotidianità di Ernia toccandone i punti sensibili, questo disco è l’emozionante Superclasico del ’97, dove Diego Armando Maradona passa il testitome a Riquelme, il suo successore con la numero 10 del Boca che regalerà gioie ai tifosi argentini. Il rap e in generale la musica ha un nuovo numero 10, che non è più un ragazzino ma ormai un campione affermato: Ernia.
Articolo di Matteo Pinamonte.
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