Claver Gold e Murubutu, due degli artisti più apprezzati e interessanti della scena italiana, hanno da poco pubblicato “Infernum”, il loro album collaborativo ispirato alla Divina Commedia. Di seguito trovate l’intervista completa ai due rapper, contenente riflessioni di Claver Gold e Murubutu sul nuovo album e molte altre tematiche.
– Come è nata l’idea di immergersi proprio nell’Inferno dantesco?
MURUBUTU: È stata un’idea di Claver. Lui mi ha detto che pensa che per molte persone la vita sia un inferno, a maggior ragione in questo periodo, quindi è un libro che può essere sempre attuale. In più, aggiungiamo il fatto che i dannati hanno una loro contemporaneità perché i peccati degli uomini sono “sempre gli stessi”. La Divina Commedia oltre ad essere un punto di riferimento per la lingua italiana come messaggio e a livello lessicale, lo è anche dal punto di vista storico perché è trasversale rispetto alle epoche.
CLAVER GOLD: Si. Praticamente io proposi questa idea durante un live, mi sembra a Venezia. Ci sembrava giusto riportare alla luce temi contemporanei e moderni contenuti nella Divina Commedia. Poi il fascino di quel libro ci ha contagiato già dalla scuola e alcuni personaggi dell’Inferno sono rimasti proprio nel nostro immaginario.
– Prima di arrivare all’inferno a Dante si mostrano tre bestie di cui ha paura e da cui si tiene ben lontano: il leone a simboleggiare la superbia, la lupa per l’avarizia, la lonza per la lussuria. Quali sono le “bestie” dalle quali volete restare lontani ma che vi intimoriscono?
MURUBUTU: tutte e tre, in un qualche modo. Noi ci siamo concentrati soprattutto sull’inferno però effettivamente anche la parte prima è importantissima. Se ci pensi, prima di entrare all’inferno c’è anche il discorso su Beatrice, che è l’altra grande storia d’amore contenuta nel libro. Avevamo pensato anche di dedicare un pezzo alle tre bestie ma poi non si è trovato il tempo.
CLAVER GOLD: Tra le tre, io dalla lussuria
– La prostituta Taide è uno dei personaggi danteschi meno noti tra quelli che avete citato. Come mai avete deciso di dedicarle un’intera traccia?
MURUBUTU: Quel pezzo nasce dalla volontà di rendere contemporaneo uno dei personaggi contenuti all’interno dell’opera. La prostituta Taide era sicuramente una delle figure minori ma anche una delle più attualizzabili. Proprio il fatto che Dante ne parli così poco ti rende possibile attualizzarla senza tradire la storia.
– Pier, secondo me, è il pezzo fulcro del disco ed anche quello più crudo. Come mai avete scelto un personaggio ed una tematica (il suicidio) così estrema?
CLAVER GOLD: Volevamo riportare alcuni personaggi totalmente in chiave moderna e l’abbiamo fatto con Pier e Taide. In quel caso abbiamo cercato delle metafore che potessero rappresentare sia Taide la meretrice, attualizzata come una prostituta moderna, che Pier delle Vigne, morto suicida come non fosse riuscito a resistere al bullismo. Il bullismo è un tema di cui non si parla molto e per questo lo abbiamo scelto. Molti ragazzi purtroppo vengono bullizzati sia su internet che nella vita reale. Il tema centrale che volevamo trattare era il bullismo, di cui il suicidio è una conseguenza.
– C’è qualche passo dell’Inferno che avreste voluto raccontare ma che avete scartato dalla trama finale?
CLAVER GOLD: In realtà no. Avevamo una lista un po’ più ampia dei personaggi che volevamo trattare, poi abbiamo fatto una cernita e sono rimasti quelli che si trovano nel disco.
– “Infernum” è un inno allo storytelling. Che consiglio dareste a chi si sta cimentando in questa tecnica?
MURUBUTU: L’importante è leggere molto, per rimanere stimolato dal punto di vista sia della scrittura che dell’immaginario. In secondo luogo, essere originali e non emulare gli altri, perché si rischia di cadere in qualcosa di già scritto. Nello storytelling c’è bisogno di una prospettiva di scrittura personale quindi bisogna cercare di sviluppare un percorso proprio.
CLAVER GOLD: Il mio consiglio è di leggere molte storie di narrativa per apprendere le tecniche di scrittura e del racconto, per capire come trasformare in immagine ciò che si legge, e di ascoltare i cantautori italiani.
– Come nascono le collaborazioni con Giuliano Palma e Davide Shorty?
MURUBUTU : Volevamo delle voci soul che rendessero più fresco il suono dell’album, quindi cercavamo dei cantanti. Giuliano Palma è un punto di riferimento per tutta la musica italiana degli anni ’90 e ’00 e Shorty è una figura di spessore anche all’interno della scena.
– La Divina Commedia fu anche ciò che rese Dante immortale. Come vi aspettate che venga recepito un disco così culturalmente ricco?
MURUBUTU: : Io sto riscontrando un buonissimo feedback. In questo periodo in cui magari le persone hanno più tempo, riescono ad approfondire di più un album che ha bisogno di ricerca e di essere assorbito. Penso anche che potremmo avvicinare in qualche modo a dei contenuti di tipo didattico chi fatica ad avvicinarsi alla Divina Commedia a scuola.
– L’inferno è solo la prima cantica della Divina Commedia. È lecito aspettarsi dei sequel di Infernum?
MURUBUTU: Per ora non ho quest’idea, anche perché io e Claver vogliamo lavorare anche ai nostri album solisti, però se ci sarà un nuovo joint album probabilmente non riguarderà il purgatorio e il paradiso ma un’altra opera della letteratura italiana.
CLAVER GOLD: È lecito aspettarseli anche se siamo indecisi, non sappiamo ancora. Non ci sarà un paradiso o un purgatorio perché l’immaginario dell’inferno è molto più forte degli altri. Ci sarebbe un’aspettativa alta che sarebbe anche difficile soddisfare.
Intervista di Matteo Pinamonte.
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